FABRIZIO CASELLI UN MUGELLANO A RIO 2016

Un mugellano a Rio 2016. Non è certo uno che molla Fabrizio Caselli, né uno di quelli che si accontentano. Atleta e sportivo a 360°, ha staccato il biglietto per la partecipazione alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016, aggiungendo un ulteriore titolo di vanto al suo già invidiabile palmares. Un inizio nell’handbike – sport che tuttora pratica e forse sua vera passione – lo ha poi portato a cimentarsi nel canottaggio agonistico.

E i risultati non si sono fatti attendere: già nel maggio del 2011, dopo solo qualche mese di attività, entra nella storica società sportiva “Canottieri Firenze”, e poco dopo veste la maglia azzurra. Da lì comincia la sua ascesa sportiva. Quattro mondiali, tante gare di livello internazionale, la voglia inesauribile di migliorare, attraverso allenamento e sacrificio. Tutto culmina in quei 4 minuti e 58 dei para-rowing in Francia che regalano il secondo posto nella finale B e l’ottavo tempo della giornata (valido per la qualificazione). A pochi giorni da quei fortunati mille metri di vogata, Fabrizio si racconta ad OK!Mugello in un’intervista esclusiva.

Verso la fine della gara avevi la percezione di aver fatto un buon tempo o è stata una sorpresa? E poi detto tra noi: saresti voluto arrivare primo, tanto per non farsi mancare nulla?

“Si, sapevo di aver fatto bene. Sono allenato e non è stata una sorpresa la qualificazione. Era un qualcosa che aspettavo da tempo – da quando mancai anni fa i giochi di Londra 2012 – e per cui ho lavorato molto. Sono felice ma ho creduto fin da subito nelle mie possibilità. L’importante è aver ottenuto quello a cui puntavo, ma certo arrivare primo sarebbe stato meglio. Sono fatto così”. (ride)

Hai iniziato nel 2011 e non ti sei più fermato: ti aspettavi di importi così presto nel canottaggio? Addirittura un film su di te.

“Ho iniziato nel marzo del 2011 e due mesi dopo sono entrato nella nazionale. Per me il canottaggio inizialmente veniva dopo l’handbike, ma poi ho capito di aver possibilità di arrivare in alto con questo sport più che con l’altro. In questi quattro anni ho disputato Mondiali, gare di alto livello e pian piano ho invertito le mie priorità sportive, per via dei risultati migliori. Anche se ci tengo a dire che per l’handbike ho una vera passione –ho vinto la maratona di Roma a marzo ultimamente – e pur allentando non smetterei mai. Il film invece nasce dall’idea di un mio amico Alesio Focardi, che per l’occasione è tornato a lavorare col fratello Claudio dopo tanto tempo: è stata una bella soddisfazione senza dubbio, un ottimo lavoro che ha raccontato la mia vita sportiva e quotidiana. Ma di certo non mi sono montato la testa o altro. A me interessa lo sport non la celebrità”.

Sport a 360° nella tua vita quindi. E gli allenamenti?

“Eh bella domanda. Praticamente mi alleno sempre. Sette giorni su sette. Da Borgo San Lorenzo – dove abito – parto ogni giorni verso Firenze per farmi due sedute da due ore e mezza: lavoro con i pesi e 12-13 km di in canoa sia di mattina che di pomeriggio. Insomma ho un bel da fare. Quando posso poi prendo la bici, esco di casa e mi alleno nell’altro sport. Secondo me è stata importante l’alternanza tra le due discipline: allenarmi in entrambi mi consente di avere resistenza, buona forza muscolare. Si completano si potrebbe dire, o almeno così credo. Certo so che gli allenamenti sono sacrifico: sia a livello fisico perché ci vuole costanza e mentalità, sia perché per forza di cose mi tengono lontano dalla famiglia, da mia moglie e i miei due figli. Però è la passione che mi manda avanti e ora come ora non vedo la mia vita senza lo sport. E’ quasi una droga”.

Impaurito o emozionato da Rio? Come se l’aspetta? Dovrà andare dall’altra parte del mondo…

“Né impaurito, né emozionato: mi sento motivato. Sapevo che potevo farcela, era un mio sogno – le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta – e voglio far bene. Tra l’altro prima del prossimo anno posso cercare di far meglio in altre gare: in allenamento mi è capitato di fare la stessa distanza in tempi migliori. Ovviamente si va per partecipare ma io voglio far bene, te l’ho detto son fatto così. Certo sarà un’esperienza meravigliosa, e sinceramente non sono intimorito dal viaggio o dalla distanza. Sarà qualcosa da ricordare per sempre. Comunque vada sto pensando di lasciare dopo Rio perché a 48 anni sarà ora di dire basta. A fatica… ma nella vita poi ci sono anche altre cose. Potrebbe essere l’ultima apparizione ufficiale”.

In quello che fa, nei risultati che ottiene, quant’è importante chi le sta intorno? Intendo la famiglia, gli amici, la gente del Mugello.

“Molto naturalmente. La mia famiglia mi dà la serenità necessaria per far bene. Non ho mai avuto pressioni. Ho molti amici e tanti che mi incitano, facendomi sentire giorno per giorno la loro vicinanza. Questo per me è un fattore di tranquillità che mi da chi mi vuole bene. Nello sport però non ho mai avuto bisogno di spinte o incoraggiamenti. Ho sempre gareggiato per mettere alla prova me stesso, senza dover dimostrare qualcosa. Io mi metto costantemente alla prova. Faccio sport perché amo farlo e nella mia vita è stato importante praticarlo. La serenità intorno a me poi mi da la possibilità di concentrami su questa passione”.

Quale consigli darebbe ad un giovane sportivo, magari fresco di una delusione o amareggiato per non aver centrato un obiettivo?

“C’è poco da parlare in questi casi: lo sport è passione e sacrifico. Prima testa e poi allenamento. A volte nei giovani manca questo. Manca la costanza e c’è fretta di arrivare senza essere pronti. Quando ho perso la qualificazione per Londra 2012 è stata dura ma la prima cosa che ho pensato è stata “adesso voglio Rio 2016”. Tre anni di sacrifici, allenamenti duri – anche quando sarebbe stato più facile andare al mare l’estate, sono quattro anni che non vado! – però poi oggi ti dico che ne è valsa la pena. Quindi sacrificio e costanza: altrimenti non si va lontano”.

Ti ringrazio dell’intervista Fabrizio, è stato un piacere e buona fortuna. Ti porterai dietro qualcosa che rappresenti il Mugello a Rio?

“Ma senz’altro. Lo rappresenterò come posso, io sono di qui. Speriamo di far bene”.

Fonte ok mugello.

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